The International Theatre, con il patrocinio del Comune di Roma e dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, presenta in versione originale inglese The Woods di David Mamet, con Katherine Wilson e Eric Bassanesi, diretto da Massimiliano Farau e prodotto da Tomaso Thellung. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro dell’Orologio di Roma da questa sera al 29 febbraio.
Dopo tre anni di sospensione della programmazione, ritornano le produzioni in lingua originale di The International Theatre. Iniziata l’attività nel 1992 e con un attivo di ben 35 spettacoli (tra produzioni e ospitalità estere), ritorna sulla scena romana il teatro in lingua inglese, nella fattispecie con un successo del drammaturgo americano David Mamet.
Un uomo e una donna hanno lasciato la città per trascorrere un fine settimana nella vecchia casa di vacanza di lui, immersa in un bosco nei pressi di un lago. Nell’atmosfera serena del crepuscolo, Nick e Ruth sembravo vivere un idillio - appena venato di malinconia - in cui il reciproco desiderio è come assecondato dal mondo naturale che li circonda. Ma la quiete iniziale lascia ben presto il posto, nel cuore della notte, all’emergere di antagonismi, tensioni, paure: la frizione fra un disperato bisogno di contatto e la difficoltà di lasciarsi andare sfocia in esplosioni di violenza fisica e psicologica in cui si esprimono timori ancestrali di abbandono e di perdita di sé.
Infine, nella luce fredda dell’alba, una riconciliazione, una “non facile tregua” è forse raggiunta.
bCon “The Woods” Mamet ha scritto un “poetic drama” capace di esplorare con implacabile determinazione chirurgica, ma insieme con struggente lirismo, la difficoltà dei rapporti uomo-donna, “the yearning to commit yourself, to become less deracinated – or more racinated”; una “tragedia classica”, ancora a detta dell’autore, “about change and regeneration, not desolation and decay”, ispirata, nonostante tutto, da una sostanziale “fiducia nella natura umana, forse”.
“La gente non capisce The Woods tanto bene – io credo in parte perché è un dramma sull’eterosessualità, che semplicemente non è una tematica teatrale qui da noi. E’ qualcosa relegato ai media più corrivi, un argomento che la gente preferirebbe evitare... Noi non abbiamo una tradizione di dramma poetico. E’ un testo che sarà apprezzato molto di più negli anni a venire perché è un dramma meraviglioso, molto ben scritto... E’ un dramma onirico, pieno della simbologia del sogno e della simbologia del mito, che sono fondamentalmente la stessa cosa” David Mamet.
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